Archive for the ‘Atomaa’ Category

Tra Giallo Fantastico e una Ibanez – piastrelle di cemento personalizzate

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“Tutta la gente più ‘vestita in grigio’ più in ‘scuro’ più distinta (quella gente che io detesto) parla sempre della ‘tradizione’ ha sempre in bocca la ‘tradizione’ ed ignora, poveretta, che la tradizione è sempre stata l’eccezione (cioè il capolavoro che fa la regola) è stata sempre salute, forza, vita e cioè colore e non ha mai vestito pantaloni grigi, giacche grigie, paltò grigi, cose tutte che poi fan le facce grigie, gli spiriti grigi, le vite grigie. La tradizione vera, quella che adoro, quella della quale son depositari i novatori è stata sempre colorata e sanguigna”
- Gio Ponti

La richiesta dei clienti era chiara, la volontà di una casa viva coloratissima. No tappeti, ma un pavimento vivo che potesse caratterizzare i nuovi locali: Un vagabondare errante tra riferimenti e soluzioni: milanesità, matericità, inconsueto, rivisitazione e colore colore colore.
Il pavimento che abbiamo scelto per questa casa incarna al contempo l’anima variopinta dei sui abitanti e l’audacia tipica Milanese.

Un pavimento realizzato in stretta collaborazione con Mosaic Factory (azienda specializzata nella produzione artigianale di cementine, graniglia e zellige) che rende omaggio alla storia del design milanese del secolo scorso, a partire dalla scelta delle cementine, rivestimento tipico delle case milanesi dei primi del '900 - che nel design ricorda la versione più raffinata della graniglia degli anni '30 - per arrivare all'invenzione albiniana del silipol per la metropolitana di Milano.

I colori invece sono un omaggio alla visione irridescente di Gio Ponti, riprende infatti i colori che il designer/ceramista, scelse per il suo pavimento “Neve a Milano”, con il quale rivestì le ampie superfici dell’avvenieristico Pirellone.

Un pavimento mai uguale a se stesso, perchè esito di una produzione artigianale, dove la mano sapiente del cementista, disegna macchie di colore alla Pollok e la maestria dei posatori, compongono a grande scala un disegno astratto in cui perdersi.

Project: Link
Mosaic Factory: Link

Photo of the floor of the Pirelli Tower: Maria Novozhilova

Preservando una preziosa testimonianza a Mozzio

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Nel cuore delle Alpi Ossolane, nel piccolo borgo di Mozzio, è iniziato un nuovo cantiere ATOMAA.

I clienti, una coppia entusiasta, amante del territorio e dell'architettura tradizionale, ha dato il via a questa avventura, desiderando dare nuova vita ad alcune case abbandonate nel villaggio. Come loro recuperano con amore e passione gli oggetti del passato, così ATOMAA recupera le tradizionali tecniche di costruzione alpine, riportando in vita queste abitazioni e mantenendo il loro autentico fascino rustico.

Muri in pietra, travi in larice e copertura in piode costituiranno l'involucro di una nuova casa, ricca di oggetti e ricordi che raccontano la storia degli abitanti della valle, le loro tradizioni ed il loro calore.​

Stone House in Sinio

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Nel meraviglioso paesaggio delle Langhe e del Barolo, stiamo curando un nuovo progetto di recupero, "Stone House in Sinio". Ora in fase di cantiere, l'edificio, che si attesta sul perimetro del borgo abitato, si affaccia verso la vallata e le sue vigne. Un'architettura antica, di pietra, per qualche anno dimenticata, che presto sarà pronta ad accogliere una nuova storia.

ATOMAA significa Persone

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ATOMAA è più dei progetti che realizza, significa PERSONE. Nel corso degli ultimi anni, amici, colleghi e clienti hanno modellato il nostro studio, rendendolo un luogo di ricerca, scambio e, in qualche modo, una seconda casa. Al centro di tutto, la persona: il cuore pulsante di ogni progetto e la fonte ispiratrice della nostra creatività.

Abitando – Appartamento angolo urbano

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Un giradischi poggiato provvisoriamente sul pavimento suona stonato una canzone di Lucio Battisti, La Luce dell’Est.

Il soffiare stanco del vento di maggio agita un angolo di oriente: ed è così che una porzione di sole riflette il disordine metallico della dispensa. Il rosa fa da sfondo a luci di carta, stampe e profumi, diventa inevitabile domandarsi cosa sarebbe successo se Battisti e Miyazaki si fossero incontrati.

L’acqua bolle lenta disegnando lentiggini su volti d’acciaio. Un coltello fa da metronomo scandendo il tempo su un tagliere di ulivo. La tramandata ricetta pretende strisce di guanciale grossolane purché di 1 centimetro di spessore.

Una bottiglia di bel vino guarda fuori dalla finestra ricordando commossa la Francia e Parigi. I calici la accompagnano fissando l’esplosione di glicine che fa da cornice alle finestre della via.

Si chiude di scatto una porta. La musica italiana va pian piano perdendosi sostituita da un’alienante musica elettronica. Poster alle pareti escono dai margini di pagine di un enorme quaderno a quadretti. Berlino, dove nuvole di vapore completano il cielo grigio-azzurro della stanza. Due oblò permettono di guardare fuori sperando di atterrare il prima possibile. Si apre il portellone.

Ora è La Collina dei Ciliegi che zoppicando raggiunge la camera. Piastrelle disegnate dal tempo sono i rami su cui poggia un nido origami che conduce al punto più alto dell’albero. Una luce arancione taglia lo spazio creando vertigini sul lino forzatamente costretto sul materasso.

Il dinamismo di un gatto dalle Mille Marce sembra trasformare il corridoio in un futuristico tapis roulant.

Libri, magazine e cataloghi di qualsiasi autore e formato fanno da quinta in un alternarsi di fotografie e oggetti che hanno perso la loro funzione originale.

Il sole ha ormai dato il quotidiano arrivederci ai palazzi della città. Punti luce caravaggeschi sottolineano la bellezza di sincere imperfezioni. Uno lagnoso miagolio rompe l’equilibrio di pensieri e colori che ad alta voce si scontrano sulle bellezze di Londra, Roma, Milano, Barcellona, Porto, Taormina e poi Napoli, cercando rispettivo primato.

Poi il campanello. L’istantaneo frastuono è ammorbidito dalla ola di piante che sfidano quotidianamente la sopravvivenza.

Il verde salvia profuma l’ingresso. Gli ospiti sono accolti da una via lattea di cemento che abbraccia pavimenti e soffitto.

Una parentesi luminosa illumina un angolo di artista dove scacchi d’ira liberano la mente. Mambo di Lucio Dalla fa scivolare i piedi scalzi degli invitati sul cielo stellato di Roma. Fuori mezza luna sorride, l’altra si nasconde.

Progetto: Link

Testo: Cliente

La casa come cava

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Quando compri una casa compri il tuo futuro ma anche un po’ del suo passato. Di quel passato che te ne farai?

Ci sono tanti buoni motivi per non buttare ciò che trovi al quarto piano: semplicemente è già lì e non deve essere trasportato. Non deve essere stipato e poi smaltito in una discarica. E il materiale nuovo che lo sostituisce deve essere cavato (se non prodotto), imballato, spedito, sollevato, posato, trattato.

Sono tutti “buoni” motivi, ma il “bello” dove sta?

In questa casa la dote è una palladiana in marmo di Carrara e rosso di Levanto. E poi c’è quella elegante, in nero Portoro.

Proprio dove dovranno passare nuovi tubi e nuovi impianti. O dove il desiderio di nuove divisioni e spazialità prevede la presenza di un nuovo muro. Se, per tutte queste ragioni, avremo necessità di un nuovo pavimento, perché non usare quello vecchio per fare quello nuovo? Perché non considerare la casa come la cava per questa nuova materialità, provando a trasformare dentro le sue mura, senza farne uscire nulla?

Aiutati dalla mano di chi conosce i segreti di questa materia, possiamo con pazienza rompere. Poi ripulire e mettere da parte.

Poi decidere insieme quale sarà la nuova forma di questa materia.

Con una piccola “tagliapietre” la casa che prima è stata cava diventa laboratorio: dalle scaglie di Carrara e Levanto vengono ricavate piccole righe. La loro forma, con un lato tagliato dalla lama e l’altro rotto, mantiene la memora delle sue trasformazioni.

Con una comune “sega a tazza” altre scaglie vengono trasformate nella più pura (Platonica) delle forme: il cerchio.

Tutta questa materia, che non ha mai lasciato il suo luogo dove l'abbiamo trovata, è pronta alla sua nuova forma e a partecipare ad una nuova storia.

Tracce dalle Alpi

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Approcciando il recupero di edifici in pietra presenti nelle borgate storiche Alpine, testimoni della semplicità e genuinità della vita rurale di montagna, il nostro punto di partenza, il valore più alto, è la stratificazione della storia

La ricchezza dei livelli che si sono sovrapposti lentamente nel tempo attraverso un atto di esfoliazione vengono riscoperti.

La nostra ricerca mira ad aggiungere un ulteriore livello a questo lungo racconto non cancellando, ne tantomeno sovrarscrivendo questa ricchezza accumulata.

Nelle diverse situazioni, in maniera quasi chirurgica e senza troppa pianificazione, con naturalezza scopriamo e apprezziamo di vota in volta le sorprese che queste architetture ci riservano.

Crediti
Fotografie: Archivio ATOMAA

Che tutto si muove e niente resta fermo in À Vivre Magazine

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"Piccolo e inversamente grande"

44 mq. È grande? Non proprio. Ma a Milano... già abbastanza grande, forse. ATOMAA, studio fondato nel 2018 da Andrea Del Pedro Pera, Cesare Galligani e Umberto Maj, conosce bene le tematiche legate al “microabitare”. Tra strategia spaziale e trucchi decorativi, i tre partner sanno svelare lo spazio.

Era necessario, per questo progetto, ribaltare la situazione! ATOMAA ha compiuto l'audace passo di ribaltare una pianta che, agli occhi dei tre partner dello studio, si è rivelata irrilevante. “Che senso ha mantenere una distribuzione che non offre una buona diffusione della luce naturale all'interno di una casa?”, si chiedono. L'obiettivo era quindi quello di trasferire, sul retro dell'appartamento, lontano dalle aperture, un "blocco tecnico" composto da cucina e bagno in modo da liberare tutte le finestre.

“L'appartamento, del resto, si trova al primo piano di un palazzo e si affaccia su un cortile interno; catturare il poco sole disponibile era la nostra priorità”, raccontano. Per i clienti, la sfida era ben diversa: trasformare un luogo poco attraente in un attraente alloggio in affitto. Al di là di questo imperativo, è stata data carta bianca. “Abbiamo quindi pensato a un luogo di vita dove ogni funzione possa avere uno spazio specifico, senza ricorrere a una retorica troppo ricca”. Cioè: sii semplice e aperto. A questo obiettivo gli architetti aggiungono altri requisiti. Tra questi, la “flessibilità”. Questo è un imperativo legato a quello che loro chiamano “microhousing”. Niente dovrebbe interferire con il volume e tutto dovrebbe essere regolabile.

“È un'abitazione in continua evoluzione”, assicurano gli architetti. A questo aspetto pratico si aggiungono considerazioni estetiche.

La decorazione non dovrebbe ingombrare lo spazio. Tutti gli elementi utili sono ridotti alla loro espressione più semplice. Le maniglie, ad esempio, scompaiono a favore di fori praticati nelle ante scorrevoli. La materia è anche l'unica fonte di ornamento. Le venature del legno, l'alternanza di diverse tonalità di rovere, chiaro e scuro, o le piastrelle di ceramica posate a rombi assicurano l'ornamento del luogo.

I partner di ATOMAA dimostrano così, attraverso questo progetto, quanto sia vero questo aforisma di Álvaro Siza che amano citare: “Gli architetti non inventano nulla, trasformano la realtà”.

ATOMAA ha deciso di creare un appartamento composto da tre diverse sequenze, ognuna con la sua finestra dedicata come fonte di luce naturale. Il tutto può essere diviso e riorganizzato spingendo e tirando pannelli di legno o tende.

Per questo appartamento, nessuna decorazione, solo materiali: armadi e tramezzi rimovibili in multistrato di betulla, mattoni dipinti, pavimento in parquet di rovere che alterna colori chiari e scuri e, infine, piastrelle di ceramica 10 × 10 cm posate a diamante in cucina ma anche in bagno.

Sul retro dell'appartamento è stato creato un “blocco tecnico”. Contiene il bagno, la cucina, un bollitore per l'acqua calda e l'impianto di condizionamento. Libera così spazio e, in più, permette di ricomporre l'appartamento sfruttando le tre finestre che si affacciano sul cortile del palazzo.

Per scoprire più contenuto:
Testo: Jean-Philippe Hugron
Foto: 
Gregory Abbate
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ATOMAA si presenta a Platform Best Italian Future Living Design Selection

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Il 29 novembre 2022, nella magnifica cornice del Belvedere Jannacci, situato al 31° piano del Grattacielo Pirelli di Milano, si è svolto l'evento Best Italian Future Living Design Selection, organizzato da PLATFORM architettura e design in collaborazione con SIEMENS Home Elettrodomestici.

50 studi italiani di architettura e interior design sono stati selezionati per fornire la loro personale visione del design contemporaneo di nuovi spazi abitativi ibridi. Durante l'evento, tutti i designer invitati si sono alternati sul palco, raccontando la loro visione in un breve intervento.

"L'architettura d'interni in Italia è stata nell'ultimo secolo uno degli ambiti di sperimentazione e ricerca più liberi e felici della nostra cultura progettuale che non ha eguali nel resto del mondo occidentale per unicità e ricchezza."

"Sono anni che dico che si potrebbe scrivere una storia parallela, quasi privata, dell'architettura italiana solo utilizzando i suoi progetti di interni, e sarebbe un racconto emozionante capace di raccontare generazioni di giovani progettisti, ottimi artigiani, aziende dedicate e committenti coraggiosi . Sarebbe un vero spaccato della storia del nostro paese attraverso i suoi interni domestici!"

- Luca Molinari

Quello che raccontano le pagine di questo volume è un ulteriore passaggio evolutivo, perché resta il senso di libertà e la voglia di sperimentare, ma cambiano la forma della casa e le abitudini dei suoi abitanti. Le case stanno perdendo gli spartiti funzionali e rigidi del secolo appena trascorso, mentre l'esigenza di flessibilità e fluidità nel modo di abitare e vivere gli spazi domestici sta portando i progettisti a lavorare su forme dell'abitare in cui la mobilità, la presenza invisibile degli elettrodomestici , intelligenza tecnologica e sostenibilità diffusa danno forma ad ambienti più complessi ed elementari allo stesso tempo.

Lo stretto rapporto tra forma e funzione è decisamente trasformativo e porta ad una semplificazione dei luoghi domestici che permette a tutti di vivere la casa in modo più personale e consapevole. I progetti italiani che scorrono davanti ai nostri occhi hanno definitivamente eliminato la separazione tra cucina e living, produzione e vita sociale, privacy e lavoro, perché le nostre vite, soprattutto dopo questa lunga pandemia, hanno stressato così radicalmente le case tradizionali che già nascevano spazi di nuova generazione emergere nel lavoro di alcuni degli architetti e sviluppatori più visionari. A ciò si aggiunge l'urgenza di supporti e luoghi che abbiano un chiaro carattere sostenibile ed ecologico e siano in grado di incidere sul modo di gestire in modo responsabile energia e consumi.

Siamo ai primi passi di un'importante metamorfosi dell'abitare e sono certo che l'architettura italiana saprà offrire prospettive e progetti importanti, capaci di aiutare una transizione ambientale e culturale di cui tutti abbiamo urgente bisogno.

Crediti & contenuti in più
Video: Salt&Lemon
L’organizzatore dell’evento: PLATFORM Architecture and Design
Pubblicazione dell’evento: Link
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Sponsor dell’evento: SIEMENS Home Italia

Una Casa per Lettori in Best Italian Future Living Design Selection

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Quello che le pagine di questo volume raccontano un ulteriore passaggio evolutivo, perché permane il senso di libertà e la voglia di sperimentare, ma stanno cambiando la forma della casa e le abitudini dei loro abitanti.

Le case stanno perdendo le partiture funzionali e rigide del secolo appena passato, mentre il bisogno di flessibilità e fluidità nel modo di abitare e vivere gli spazi domestici sta portando i progettisti a lavorare su forme dell'abitare in cui mobilità, presenza invisibile degli elettrodomestici, intelligenza tecnologica e sostenibilità diffusa diano forma ad ambienti più complessi ed elementari insieme.

Siamo ai primi passi di una metamorfosi dell'abitare importante e sono certo che l'architettura italiana avrà modo di offrire prospettive e progetti importanti, capaci di aiutare una tradizione ambientale e culturale di cui tutti noi abbiamo un urgente bisogno.

Per contenuto in più:
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Testo: Luca Molinari