"Materiality matters è un lavoro nato dal desiderio di indagare il ruolo della materia in architettura. Identità e esperienza sensoriale sono state sicuramente due parole chiave che hanno guidato la ricerca sin dall'inizio riportandoci così a chiederci cosa determina la scelta di un materiale piuttosto che un altro. Ci siamo poste nella condizione di riflettere su temi quali la cultura locale e le tradizioni costruttive, passando poi a quella che è la percezione visiva e tattile della materia, condizioni che ci hanno aperto ulteriormente a temi quali l'utilizzo più responsabile dei materiali e la necessità di instaurare un rapporto più diretto e consapevole con la produzione".
Rebecca Ajolfi e Emma Josephin Balzarolo, autrici della tesi
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ABSTRACT
Negli ultimi quindici anni in tutto il mondo, alcuni architetti, per la maggior parte giovani, hanno costruito edifici la cui condizione comune erano risorse limitate. Esattamente come ogni altra circostanza fisica questi giovani autori hanno trasformato queste mancanze in un'opportunità creativa e l'hanno sfruttata come uno stimolo per escogitare soluzioni nuove e imprevedibili. Questi progetti sono portavoce di una nuova mentalità, di un nuovo approccio alla progettazione che è maturo per affrontare la costruzione di un nuovo mondo rinnovato nei valori. La ricerca della matericità e della tattilità stanno al centro di questo nuovo modo di fare architettura, il quale non può però evitare il principio primo di quest'ultima, ossia il confronto serrato con i corpi vivi che la abitano. In tal senso diventa fondamentale risolvere con abilità e fantasia l'esigenza primaria dell'uomo, quella di costruirsi una casa sicura e confortevole, una casa che ci assomigli, che lo rappresenti e dai costi sostenibili.
Sotto questo profilo l'architettura si configura come strumento al servizio della società. Non tutte le soluzioni sono generate dalla mente; molte di esse nascono dal contatto diretto tra la materia e le mani dell'uomo. Quando architetti e artigiani si incontrano, sviluppano un vocabolario unico, incentrato sul materiale e sulle forme che esso può assumere. Ed è il materiale stesso che suggerisce loro la soluzione. L'architettura riportando l'artigianato nella sua narrativa, non solo come un modo per salvaguardare saperi destinati a scomparire, ma anche per restituire dignità ai sapori regionali di ciascun paese, crea un racconto potente basato sul materiale e sul contesto. Tutti questi concetti offrono una nuova visione e comprensione di una parte dell'architettura contemporanea. Essa si inserisce nel tema della tradizione dell'arte costruttiva e della reinterpretazione contemporanea, della manodopera genuina e della libera riproposizione, ma soprattutto della contestualizzazione dei materiali e del loro utilizzo appropriato, caricandosi di un significato completamente nuovo.
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Illustrazione liberamente ispirata a MAIO architects.
Questo nuovo modo di fare architettura cerca di ovviare ad una lenta planarità dell'edilizia contemporanea che è rafforzata da un indebolito senso di materialità. Man mano che gli edifici perdono la loro plasticità e la loro connessione con il corpo umano, diventano un mero elemento di stimolazione visiva. Con la perdita della tattilità, le misure e i dettagli creati per il corpo umano le strutture architettoniche diventano piatte, immateriali e irreali. Il distacco della costruzione dalla realtà della materia e dall'artigianato trasforma ulteriormente l'architettura in "scenografia" per lo sguardo, priva dell'autenticità della materia e della costruzione.
CAPITOLO 1
MATERIA MADRE DI TUTTE LE COSE
1.1 Massa: la Materia priva di aggettivazioni
1.2 Materia-le e convivenza con l'uomo
1.3 Materia edificio
1.4 L'autenticità della materia - Adolf Loos
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Laia and Biel's home, TE'd'A arquitectes, Barcellona. 2017. Foto di José Hevia.
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Casa in Rua do Paraíso, fala atelier, Porto, 2017. Foto di Ricardo Loureiro.
"Non appena l'uomo entra in contatto con la materia e quest'ultima diventa oggetto della sua attenzione, essa diventa involontariamente già materiale. Nel preciso istante in cui l'uomo fa sua la materia, ad essa vengono attribuite una serie di intenzioni. Il termine materiale può avere dunque una duplice interpretazione: da un lato è il risultato della trasformazione della materia attraverso la tecnica, dall'altro attraverso il pensiero".
Materiality matters, p. 29
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Jordi and Africa's house, TEd'A arquitectes, Montuïri, 2015.
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Casa 1413, H Arquitectes, Ullastret, 2016.
Foto di Adrià Goula.
CAPITOLO 2
MATERIA COME MEZZO DI NARRAZIONE
2.1 Poveri ma belli: una reinterpretazione eco-nomica
2.2 A portata di mano: materiale come massa e superficie
2.3 Manodopera genuina
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Recycled Plastic Sheet, Precious Plastic.
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House 712, H Arquitectes, Gualba, 2011. Foto di Adrià Goula.
"Si riscopre dunque una tradizione locale, volta all'interpretazione e alla manipolazione creativa delle condizioni e dei luoghi in cui si opera.
Uno dei requisiti principali per gli architetti che lavorano in queste condizioni è senza dubbio la forza dell'immaginazione. È solo attraverso la ricerca di soluzioni innovative e creative che si può giungere a soluzioni sempre nuove ed imprevedibili".
Materiality matters, p. 38
CAPITOLO 3
NUOVE STRADE ESPRESSIVE
3.1 TEd'A arquitectes
3.2 H Arquitectes
3.3 fala atelier
3.4 Bovenbouw Architectuur
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Disegno di Rebecca Ajolfi e Emma Josephin Balzarolo.
"Ciascun pezzo, ciascun elemento, ciascun materiale vuole essere se stesso. Proprio come un artigiano, i TEd'A trasformano la materia che hanno a disposizione, non inventano qualcosa di nuovo, ma modellano e adattano l'esistente".
Materiality matters, p. 59
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Can a Picafort, TEd'A arquitectes, Santa Margalida, 2016.
Foto di Luis Diaz Diaz.
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Disegno di Rebecca Ajolfi e Emma Josephin Balzarolo.
"I fala definiscono il metodo 'lavoro con tropi', risultante dalla combinazione e ricombinazione del proprio vocabolario elementare e spaziale. La loro tendenza ad operare si traduce attraverso la ricorrenza di diversi temi e il modo in cui questi vengono trattatati: il rivestimento, la composizione delle facciate, gli ampi spazi principali, gli elementi monocromi, i materiali inaspettati o i pavimenti in marmo".
Materiality matters, p. 4
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090, fala atelier, Porto, 2017. Foto di Ricardo Loureiro.
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Disegno di Rebecca Ajolfi e Emma Josephin Balzarolo.
"L'interpretazione della struttura come somma di strati permette ogni volta di interpretare il rivestimento o la struttura stessa in modi diversi, e dunque, genera in ogni nuovo lavoro possibilità diverse. La variante dei registri architettonici e le potenzialità espressive dell'architettura possono essere esplorate in funzione di ogni singolo progetto".
Materiality matters, p. 50
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