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Una Casa di Fiamme Cremisi_vecchio

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"Bisogna amare la vita per amare l'architettura; l'architettura è una manifestazione, anzi, molto importante, della vita; senza vita, cosa succede all’architettura?"

- Fernando Tavora

Gli appartamenti milanesi hanno spesso qualcosa che li lega, al di là degli ingressi troppo piccoli o enormi o delle cucine allungate. Qualcosa che tende a organizzare, a dividere lo spazio, a costruire stanze. E le stanze hanno una porta. E sono divise tra loro e si affacciano fuori. E a volte le porte sbattono quando si chiudono, facendo un rumore che non si dimentica.

Ripartire cambiando casa, trasferendosi a Milano, forse vuol dire anche fare i conti con le distanze, le proporzioni degli spazi. In realtà non sappiamo se la geografia centri, e come entri in gioco in questo progetto.


Ma in questa casa in Via Nava, la distribuzione della pianta vuole riaffermare lo spessore del corpo di fabbrica di un palazzo milanese come ce ne sono tanti, liberando le visioni diagonali ed eliminando il mondo fatto a stanze. Vuole provare ad unire, non a dividere, a “sciogliere, non a strappare”.

Il Canada dei romanzi e della televisione vuole trasmetterci dei paesaggi infiniti, le conifere, i laghi, il freddo fuori lontano e il caldo nei soggiorni.

Per questo le porte sono poche, e non sono tutte uguali, e non si chiudono tutte allo stesso modo; alcune sono ad anta unica e alte duecentodieci, altre a doppia anta a battente e contengono i cappotti e un’altra che sembra un muro, a bilico e alta quanto il soffitto, e colorata e sempre aperta. Non tutte le porte si chiudono sempre, alcune poco e alcune mai.

È così anche tra le venature dell’Alpi Sottsass che formano il totem contenitivo posizionato a lato, in uno strano oggetto che parla e gesticola e interagisce con i vari lati, specchiato verso l’ingresso e angolo bar verso il divano, enoteca verso il tavolo da pranzo.

E lo spazio che, si sa, è nel vuoto tra le cose, ha una forma quasi liquida che non si ferma ma prosegue costeggiando le pareti da un lato all’altro, e si posa vicino alla finestra, a riposare di fronte agli alberi del cortile.

Le superfici vogliono essere colorate, o meglio vogliono essere proprio colore, e materia. Il pavimento in cemento non è disegnato ma costruito dalle gocce di cemento pigmentato colato, in un mix ambiguo tra alcuni Silipol della metropolitana milanese, le scelte cromatiche del linoleum del Pirellone e un quadro di Jackson Pollock. La resina della pedana color melanzana gioca con il blu quasi majorelle del bagno, lì la carta da parati omaggia Picasso, meritatamente.

“dovremmo tener sempre presente che lo spazio si frastaglia intorno a ogni albero di ciliegio e a ogni foglia d’ogni ramo che si muove al vento, e a ogni seghettatura del margine d’ogni foglia, e pure si modella su ogni nervatura di foglia, e sulla rete delle venature all’interno della foglia e sulle trafitture di cui in ogni momento le frecce della luce le crivellano, tutto stampato in negativo nella pasta del vuoto, in modo che non c’è cosa che non vi lasci la sua orma, ogni orma possibile di ogni cosa possibile, e insieme ogni trasformazione di queste orme istante per istante, cosicchè il brufolo che cresce sul naso di un califfo o la bolla di sapone che si posa sul seno di una lavandaia cambiano la forma generale dello spazio in tutte le sue dimensioni”.

(Italo Calvino, Le Cosmicomiche, Milano, 1993)

Ogni cosa è colorata, e perché non dovrebbe esserlo? I proprietari hanno la passione per la grafica, la materia e per il colore vivo. È rimasto solo uno dei bagni in bianco e nero, come un quaderno a quadretti ancora da scrivere (o colorare?).

Poi i muri lentamente si popolano e raccolgono pezzi di tempi precedenti, dove le maniglie fanno movimenti con le mani e i quadri raccontano storie di amici di famiglia e di manifesti di tram. Lentamente la casa smette di essere cantiere e comincia a vivere, a ri-vivere.

“La vita continuò perché la vita continua, e il tempo passò, perché il tempo passa.”

- Jonathan Safran Foer, Ogni cosa è illuminata

Crediti

Cliente: Privato
Tipologia: Apartment
Luogo: Milano, IT
Anno: 2023.09
Mq: 100
Progetto architettonico: ATOMAA & Fabio Figaroli
Gruppo di progettazione: Umberto Maj, Andrea del Pedro Pera, Cesare Galligani, Fabio Figaroli, Philip Kolevsohn, Marika Grasso, Andrea Giustozzi
Fotografia: Francesco Stelitano

Partner del progetto

Impresa: Relazioni Edili RE
Falegname (arredo bespoke): Donghi Arredi
Serramenti: Fratelli Bergamaschi
Porte: Donghi Arredi
Cucina: Donghi Arredi
Fabbro: QUBO costruzioni metalliche
Falegname: Console MATE Design
Pavimenti: Mosaic Factory

Una Casa per Lettori in Lifestyles Today

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In alto sopra le cime degli alberi di una delle strade più belle di Milano, il sole riempie di luce un appartamento, dove funzionalità ed estetica competono per il trono. La casa, progettata e realizzata nell'autunno del 2019, racconta la storia di chi la abita: una giovane coppia con la passione per la lettura, il cinema, il design e la musica.

L'atto di apertura continua in tutta la casa attraverso una serie di grandi porte a portale. Quest'ultimo, invece, completamente integrato in una lunga libreria, si nasconde. pannelli di un giallo intenso, che forniscono una divisione definita tra svago e spazi privati.

Il progetto, pur non stravolgendo la disposizione originaria della casa, regala ai nuovi proprietari spazi flessibili, luminosità, ampi campi visivi e un susseguirsi di ambienti diversi e sempre in comunicazione tra loro.

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Gelosie Toscane

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"Dimenticare è un fenomeno parallelo al ricordare; se non svuoti la tua testa, la tua memoria, avrai la memoria ingombra, i pensieri complicati.. Per questo dimenticare è tanto importante quanto ricordare, sono complementari. E anche nel progetto bisogna dimenticare, così come nella vita, per prendere una direzione, per selezionare.. dimenticare è un modo di selezionare. Che è un modo per ricordare." Fernando Tavora in conversazione con Giovanni Leoni e Antonio Esposito, Porto 1999

La campagna a sudovest di Pistoia è pianeggiante e dopo Montecatini si trasforma in una grande riserva naturale chiamata Padule di Fucecchio. Sul confine tra la pianura e il padule, il disegno dei campi segue l'orientamento dei vecchi casoni, che si stagliano fermi nel paesaggio.
Erano edifici con funzioni miste, in parte residenziale e in parte produttiva, e giacevano longitudinalmente con andamento Sud-Est / Nord-Ovest per permettere ai raggi solari di scaldare entrambe le lunghe facciate.

I materiali di costruzione sono tipicamente la pietra e i mattoni, elementi artificiali plasmati dalla mano dell'uomo, ma così indivisibili dal paesaggio circostante.
In alcuni edifici, il sovrapporsi delle finestre su due lati trasforma la materia e le dona leggerezza, così anche il paesaggio cambia e da sfondo diventa parte dell'interno domestico.
Negli antichi fienili le pareti in mattoni si rarefanno per accogliere la luce e la ventilazione naturale.

Nei vecchi edifici, le diverse funzioni si potevano sommare per semplice addizione volumetrica, come nell'edificio esistente, dove ogni volume aveva una propria ragion d'essere che si rifletteva nei disegni di facciata e nell'uso dei materiali. Dove serviva chiusura e protezione, ma passaggio d'aria e luce, il mattone si alleggeriva e si apriva, come nei vecchi fienili.

L'edificio di progetto sostituisce la parte terminale di un Casone. La strategia progettuale mira a eliminare le diverse figure volumetriche che nel tempo si sono sommate, e ricerca una completezza volumetrica più astratta, che si manifesta nell'involucro in mattoni. Gli interni, invece, sono organizzati riproponendo una certa articolazione spaziale.

Gli ambienti interni sono organizzati per stanze chiuse, nuclei di servizio che contengono camere, bagni e lavanderia, e che si compongono liberamente nello spazio costituendo di fatto, un nuovo ambiente aperto, libero, frutto del disallineamento dei nuclei. Lo spazio che che ne risulta è lo spazio giorno, aperto sul paesaggio e passante tra la facciata Sud-Est e Nord-Ovest.

La ricerca di apertura verso l'esterno costruisce il progetto, gli spazi giorno si aprono con superfici vetrate a tutt'altezza, dimensionalmente comprese tra i nuclei di servizio. Le grandi logge sono poste in continuità con le zone living, per contribuire a aumentare lo spazio di apertura verso l'esterno; dove le logge costruiscono un ambiente filtrato, uno spazio a metà, compreso tra le vetrate dei soggiorni e la parete in mattoni tipo gelosia.

Estratto dalla Normativa locale:
"Negli edifici rurali dell'area, il rapporto h/l deve essere di massimo 1,5 per le finestre con altezza massima non eccedente i 130 cm; e di 2,5 per le porte con altezza massima non eccedente i 210 cm."

Gelosia
"Sistema di facciata con l'obiettivo di prevenire l'introspezione e, allo stesso tempo, in grado di permettere a chi è dentro di guardare fuori."

Il progetto non vuole sembrare nuovo; si fonda sui materiali della tradizione già esistenti sul posto, come il mattone faccia a vista o l’intonaco di determinati colori, sul tetto a falde in tegole alla toscana.

Le facciate sono rivestite interamente in mattoni di laterizio di formato e cromia tradizionale, posati riproducendo la tessitura tradizionale usata nei fienili: in grado di far circolare l’aria e mediare il caldo estremo delle estati in pianura, modulando anche la luce che filtra e si posa silenziosamente all’interno.

Benedette le regole metriche
che vietano automatiche risposte
ci obbligano a pensare una seconda volta
e ci liberano dalle catene del sè
W. H. Auden

Tutte le pareti interne sono semplicemente intonacate di bianco, i pavimenti sono in legno nell’interno delle stanze chiuse, mentre negli spazi giorno sono in ceramica di vario formato. Le trame e le tessiture, diverse a se-conda dell’appartamento, giocano coi riflessi chiaroscuri della luce filtrante dalle pareti forate e dalle grandi ve-trate.

Crediti

Cliente: Privato
Tipologia: Casa in campagna
Luogo: Pistoia, Italia
Anno: 2021.07
Mq: 390
Progetto architettonico: ATOMAA, con Michael Schmidt
Gruppo di progettazione: Paolo Restelli, Danilo Monzani, Daniela Serini, Mauro Atzeni, Murat Bilen
Fotografia: Archivio ATOMAA
Fotografie modelli: Alberto Strada
Impresa: Silvano Ferretti Srl
Progetto Strutture: Domus Ingegneria (Ingegneri Associati Ducci Monti)

Never Too Small: Brera

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Located in the the district of Brera, the area consists of remarkable examples of Milanese apartment typologies and gives a good example to the contemporary lifestyle of Milan.

The apartment is situated in a dense apartment building, typical of the center of Milan. This typology is called a "ballatoio" or "case di ringhiera” - a multi-storey building with access from the balcony.

The aim of the project was to create a space that includes the contemporary functions of a vibrant European city, in order to host various activities during the day.
The functions of the space are organized along the living room’s perimeter without blocking the light from the two large windows. The use of space is optimized thanks to compact functional elements, freeing the space as much as possible, and opening to the light. The interior is formally determined by integrated furniture which encompasses different functions and characteristics. The pieces of furniture act as a spatial boundaries. The shapes of the different forms of storage are conceived based on the items they are to contain. Their positioning depends on how easily they need to be reached.
We wanted to design a proper house, despite the surface area. One result of this was the ability to use the larger furniture elements as partitions which help to divide the space. Depending on the users’ requirements, a combination of private or semi-private areas can be created using these elements to give maximum flexibility.

In an apartment such as this, where we wanted to fit more functions than are actually possible, we had to use the concept of time as a tool.

The same space becomes a different space when the light changes during the day. We looked at Japanese houses, but also at the traditions surrounding European modernism and functionalism. From the Frankfurt kitchen and the integrated furniture of Gropius, to Italian examples of Mangiarotti where in a project called “La parete attrezzata, 1965” he puts different functions together in the same piece of cabinet. Or Cini Boeri in “gradonata attrezzata, 1971” (image on right) where she puts a walk-in wardrobe just under some places to set and rest, as is the case in this example here.

A terraced bedroom in a holiday home - Cini Boeri, 1970

La casa attrezzata. Qualità dell'abitare e rapporti di integrazione fra arredamento e architettura, Gianni Ottolini, Vera De Prizio. 2005

The house ensures maximum functional comfort with a double movement, one that can open spaces and the atmosphere towards the external landscape and the other can connect internal perceptions home environment, to become a tool to create and make evident relations. From the point of view of colour finishes, the colour of the walls tend to follow and reinforce the differences in quality of the different private spaces; from lighter to darker colour tones from the public spaces through to the private spaces. The small size of the apartment, led to the use of light colours and natural finishes. Domestic space is clear and ordered according to logical function. And it is able to accommodate different elements, even conflicting, to use as personalization (colourful chairs, books, elements of vegetation) but the overall atmosphere creates harmony.

The ambition for domestic comfort should be our main focus.

Guarigione del diacono Giustiniano - Beato Angelico, 1443

It's not only about trying to be functionalist, it's more about having different possibilities; and then choose.

The sleeping area is composed of two distinct areas defined by their heights: the real alcove with a height of 125 cm and a multifunctional free area on the side of the window. This free area can be incorporated with the living area and creates a bigger area for eating or relaxing. Alternatively, if the partitions are properly closed between this area and the alcove, and between this area and the living room, it creates a third space to be used for silent activities or multipurpose functions.
The table and chairs are the only furniture pieces which have the freedom to be moved. Depending on the needs of the person/people using the space, it can become a temporary bedroom, or an office/relaxing area.

Produced by: Newmac
Creator: Colin Chee
Producer: Lindsay Barnard
Director/Camera operator: Alessandro Carpentiero

Editor: Colin Chee
Interview: Andrea del Pedro Pera

Video Link: NEVER TOO SMALL Ep44

Project Link: Link