2023.11
Abitando – Appartamento angolo urbano
Abitando
Milano, IT

Un giradischi poggiato provvisoriamente sul pavimento suona stonato una canzone di Lucio Battisti, La Luce dell’Est.

Il soffiare stanco del vento di maggio agita un angolo di oriente: ed è così che una porzione di sole riflette il disordine metallico della dispensa. Il rosa fa da sfondo a luci di carta, stampe e profumi, diventa inevitabile domandarsi cosa sarebbe successo se Battisti e Miyazaki si fossero incontrati.

L’acqua bolle lenta disegnando lentiggini su volti d’acciaio. Un coltello fa da metronomo scandendo il tempo su un tagliere di ulivo. La tramandata ricetta pretende strisce di guanciale grossolane purché di 1 centimetro di spessore.

Una bottiglia di bel vino guarda fuori dalla finestra ricordando commossa la Francia e Parigi. I calici la accompagnano fissando l’esplosione di glicine che fa da cornice alle finestre della via.

Si chiude di scatto una porta. La musica italiana va pian piano perdendosi sostituita da un’alienante musica elettronica. Poster alle pareti escono dai margini di pagine di un enorme quaderno a quadretti. Berlino, dove nuvole di vapore completano il cielo grigio-azzurro della stanza. Due oblò permettono di guardare fuori sperando di atterrare il prima possibile. Si apre il portellone.

Ora è La Collina dei Ciliegi che zoppicando raggiunge la camera. Piastrelle disegnate dal tempo sono i rami su cui poggia un nido origami che conduce al punto più alto dell’albero. Una luce arancione taglia lo spazio creando vertigini sul lino forzatamente costretto sul materasso.

Il dinamismo di un gatto dalle Mille Marce sembra trasformare il corridoio in un futuristico tapis roulant.

Libri, magazine e cataloghi di qualsiasi autore e formato fanno da quinta in un alternarsi di fotografie e oggetti che hanno perso la loro funzione originale.

Il sole ha ormai dato il quotidiano arrivederci ai palazzi della città. Punti luce caravaggeschi sottolineano la bellezza di sincere imperfezioni. Uno lagnoso miagolio rompe l’equilibrio di pensieri e colori che ad alta voce si scontrano sulle bellezze di Londra, Roma, Milano, Barcellona, Porto, Taormina e poi Napoli, cercando rispettivo primato.

Poi il campanello. L’istantaneo frastuono è ammorbidito dalla ola di piante che sfidano quotidianamente la sopravvivenza.

Il verde salvia profuma l’ingresso. Gli ospiti sono accolti da una via lattea di cemento che abbraccia pavimenti e soffitto.

Una parentesi luminosa illumina un angolo di artista dove scacchi d’ira liberano la mente. Mambo di Lucio Dalla fa scivolare i piedi scalzi degli invitati sul cielo stellato di Roma. Fuori mezza luna sorride, l’altra si nasconde.

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