In un palazzo d'epoca in zona Piola, un appartamento ristrutturato rispettando le tracce del tempo, dove gli stucchi convivono con le scelte di design e i nuovi elementi in legno disegnano una scenografia contemporanea.
Né tradizionale né moderno, con uno stile eclettico che è una combinazione di sedimentazioni, aggiunte e sovrapposizioni. In un palazzo d’epoca nella zona milanese Piola, lo studio ATOMAA ha ristrutturato un appartamento di 110 mq come una moderna ‘wunderkammer’, nella quale i nuovi arredi su misura si sono amalgamati morbidamente ai pezzi vintage e ai materiali preesistenti.
L’intenzione era quella di «creare ambienti vivaci», partendo da uno sfondo-base neutro dettato dal colore chiaro delle pareti in modo da far risaltare il più possibile gli arredi e i nuovi elementi in legno sviluppati insieme al designer Giacomo Moor.
La ristrutturazione, realizzata senza perdere d’occhio il budget, è il frutto di uno stretto scambio tra architetti e committenza, una coppia trentenne di professionisti a lungo legata ai progettisti per motivi professionali.
Considerato lo stato di fatto, rappresentato dai bei volumi tipici delle case d’epoca, gli architetti hanno avuto l’accortezza di intervenire in modo leggero, limitando le demolizioni e valorizzando quel che c’era: dalle cornici di gesso, fino a dettagli meno visibili, tracce di epoche passate. Non fa eccezione il pavimento originale in ciliegio a spina pesce del living: doveva essere smantellato ed è stato invece riportato all’antico splendore.
La distribuzione interna è stata creata con una gerarchia chiara: il grande spazio principale dedicato alla zona giorno è stato aperto il più possibile e ora è unificato in modo fluido attraverso tre portali delle stesse dimensioni, i quali agevolano l’accesso agli spazi di servizio. In cucina, una parte di armadiatura mimetizza una delle entrate, quasi fosse un passaggio segreto, che appare e scompare totalmente.
Sul piano dell’arredamento, i mobili vintage convivono in modo disinvolto mixati con pezzi più recenti e oggetti di design collezionati nel tempo dai proprietari. Ecco che una poltrona Le Corbusier datata 1928 si accompagna a un recente divano di Piero Lissoni, le “eterne” lampade Castiglioni e Prouvé sono abbinate a un tavolo industrial di Konstantin Grcic, in un dialogo reso temporalmente possibile dal design, per nulla in contrasto ma semplicemente aperto ad accogliere varie epoche e stili.
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