SDL
2022.12
A material wonderland
Milano, IT
Appartamento
153mq

“Addio casa! ” In un edificio anni 60, realizzato bene come si faceva una volta, qualcuno ci ha lasciato questo messaggio che sa di raccomandazione. La casa in questione è il passato e il futuro di amici veri e di una piccola fotografa.

E se l’occasione ha voluto che in questo luogo possa scriversi una nuova storia, allora che tutto sia nuovo: colore, materia e spazio. Come quelli di una terra nuova e sconosciuta, da scoprire ed abitare. Qui, più che mai, sono stati tanti gli artigiani ad aiutarci. Per questo ogni superficie racconta la varietà della materia e del suo incontro vitale con la mano dell’uomo.

Spazio non banale, di stanze che dischiudono altre stanze. Per una vita domestica più misteriosa e vivace di quella della narrativa Existenzminimum.
L’assassinio del corridoio lascia campo libero agli spazi dimenticati del vestibolo, ello scrittoio, del camerino, del boudoir, della stanza da bagno, della kursaal, della stanza dei giochi, dell’alcova, del giardino d’inverno, del lavatoio, della cambusa, del bar.
Gli abitanti di questa casa possono nascondersi nell’intimità di queste stanze; o scegliere, quando il tempo è maturo, di ritrovarsi nella spaziosa “piazza” comune del living.

Il grande spazio delle attività conviviali riverbera della luce di tre grandi finestre; volute senza tende, come quelle delle città del nord. Il fondale di questo spazio è dominato dalla grande isola a cinque fuochi, il vero focolare della casa. I suoi colori li ha decisi settantanni fa un famoso pittore di bottiglie bolognese. E questo spazio vuole mantenersi ambiguo, per poter accogliere, all’occorrenza, gli eventi più formali. E’ davvero una cucina? O è l’estensione del soggiorno? Così una lunga credenza, che ha il colore del vino, nasconde i tanti strumenti dell’arte gastronomica; mentre una lunga boiserie color sabbia, oltre a contenere la cambusa, può nascondere il lavatoio per trasformare lo spazio in una sala da ballo.

Più di una volta, tornando in questa casa, ci siamo trovati ad accarezzarne le superfici, in un gesto distratto ed istintivo . Mano su materia. E illuminati ci siamo accorti che la materia è diventata media, fra la nostra mano, quella che la usa, e la mano di chi gli ha dato una forma. Così le laccature goffrate risuonano come velluto al passaggio della mano e ci parlano del momento in cui sabbia e colore sono stati mescolati. Le venature dell’olmo che ricopre la cucina ci rimandano al momento della scelta sensibile delle lastre da accostare. E la superficie fresca e liscia dei piani in cemento del movimento paziente di chi li ha levigati.

Questi piani sono manufatti eccezionali: uniche fusioni di cemento nero impreziositi da un rosso di Verona, esito di un appassionato lavoro di affinamento, cha ha visto tanti campioni finire in soffitta.

All’altra estremità della “piazza” fa da contrappunto un ambiente più raccolto e votato alla musica e alla contemplazione. Un po’ bowwindow e un po’ giardino d’inverno, questo luogo è caratterizzato dalla presenza di una piccola alcova in legno la cui profonda seduta invita a pigre letture. La lanterna in vetro soffiato ed il velluto completano il disegno inconscio di un panorama ferroviario in cui, aiutati dalla fantasia, potreste sentirvi in viaggio.
L’intimità di questo mondo è segnalata dal cambio di pavimento che, in legno profumato, si accosta alla mineralità del pavimento più importante della casa.

Al suo disegno è dato il compito di definire i confini dello spazio più sociale delle casa. E per questo, sin dal principio, abbiamo sperato potesse essere speciale. E mentre la nostra mano cercava nel mondo delle forme di tracciare un segno originale, la casa ci ha svelato un segreto nascosto da tempo. La dismissione di un parquet ormai consumato, ha messo davanti ai nostri occhi una composizione vibrante: la struttura dei magatelli “seminati” dalla mano di un artigiano dimenticato disegnava una tessitura stupefacente. Bellezza istintiva e inconsapevole.

Il disegno del nuovo pavimento in terrazzo e tessere di thassos, è incerto e “un po’ sbagliato”, e vuole essere un’ode a quella mano dimenticata.

Con un semplice gesto rendiamo eccezionale un singolo gradino. Un piccolo inserimento, come il tassello mancante di un puzzle da migliaia di pezzi, definisce un'esperienza transitoria tra uno spazio e l’altro. In contrasto con la delicata pavimentazione bianca, la scala colorata e accogliente crea uno spazio di conversazione spontaneo in movimento, ma anche una piccola seduta per un momento di pausa.

Questa soglia sembra tenersi per mano, dolcemente, delicatamente, con una stanza calda e accogliente all'interno di quella più importante, non dissimile dall’angolo studio per un futuro fotografo. Seguendo il contorno di una finestra di un vecchio bagno si apre, poco più su dello spazio abitativo, una nuova visuale incorniciata che crea una scrivania privata e un minibar per bevande.

Il passaggio fra zone più sociali della casa e quelle più intime è accompagnata dall’esperienza sensibile del profumo del legno. Avviene attraverso una misteriosa stanza, rivestita in boiserie: i pannelli nascondono e dischiudono altre stanze. Alcune di servizio quali la cambusa e la lavanderia, altre un po’ speciali (come il bar) dedicate al piacere degli ospiti.

Dietro una di queste porte segrete si trova un piccolo bagno per gli ospiti in piastrelle zellige, immerso in un vivace patchwork di tessere realizzate singolarmente a mano, una diversa dall'altra. Un lavabo in cemento su misura spicca in maniera evidente, la sua presenza è come un monolite di pietra che testimonia un momento storico, mentre dall'alto un’alta finestra porta una luce naturale soffusa.

Attraverso un altro pannello apribile si accede alla suite matrimoniale. I raggi di luce, che richiamano la calda finitura del legno, entrano nella cabina armadio attraverso un'ampia apertura con una panca alla base.

A separare la cabina armadio dalla camera da letto principale, un altro prezioso elemento in cemento colorato che poggia su un caldo pavimento in legno. Questo elemento, che funge anche da piccola seduta, sporge delicatamente nella camera da letto, invitando gli ospiti a entrare.

In questo mondo compatto e privato, composto da 3 ambienti in 1, il bagno en suite è pensato come una spa privata. Per semplicità, vengono utilizzati due colori che si contrastano in due forme principali. Le pareti, la doccia e la grande vasca sono avvolte entrambe da piastrelle zellige nere, che riflettono una luce cangiante, sia naturale che artificiale, a seconda dell'ora del giorno. Un lavabo su misura in cemento bianco, realizzato dalle mani di un artigiano esperto, si appoggia con leggerezza sul volume scuro della vasca a terra. Si avverte un senso di pace, silenzio e tranquillità, in uno spazio di vera purezza.

In un mondo opposto, pur essendo uno spazio di purezza e cura di sé, una piastrella esotica zellige verde esotica richiama i grandi designer di facciate degli anni '60, impermeabili materiali che resistono ancora a uno skyline urbano in rapida evoluzione.

CREDITI

Cliente: Privato
Tipologia: Appartmento
Luogo: Milano, Italia
Anno: 2022.12
Mq: 153
Progetto Architettonico: ATOMAA
Gruppo di progettazione: Umberto Maj, Cesare Galligani, Andrea del Pedro Pera, Edoardo Allocchio, Matteo Negri, Francesca Luci
Fotografia: Alberto Strada
Impresa: Relazioni Edili
Falegname (arredi bespoke): Workshop Moor
Serramenti: Fratelli Bergamaschi
Porte: Nuova Porte Prandi
Fabbro: Projet Metal
Cementista: Giambattista Caldara
Piastrelle zellige: Mosaic Factory

PUBBLICAZIONI

 

Living Corriere: Articolo
Archello: Articolo
Archiportale: Articolo

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